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lunedì 3 agosto 2009

giusva fioravanti è "libero", via libera alla scandalizzazione facile

leggo qui che giusva fioravanti (uno dei condannati per la strage di bologna del 2 agosto 1980) è libero perché ha scontato la pena così come prevede la legge in italia.

e leggo anche in giro (su facebook ad esempio) di tanta gente che si scandalizza del fatto che dopo 26 (ventisei) anni una persona abbia riacquistato la propria libertà; è male questo?

no, è un bene, e, se avete la pazienza di leggere, vi dico perché la penso così.

inanzitutto è una questione di legalità: la società moderna si fonda sul principio che ci sono delle norme che regolano il vivere comune e la società funziona fintanto che le regole vengono rispettate da tutti ("la legge è uguale per tutti"...), nel momento in cui anche una sola persona non segue queste regole condivise e va fuori binario abbiamo una "patologia" (o malessere, o stortura) del sistema giuridico e un attacco alla legalità.

cosa intendo per legalità?

la legalità non implica solo il rispetto della legge, ma anche il rispetto di regole etiche che fanno parte del sentire comune; un esempio: il conflitto di interessi è regolamentato precisamente dal codice civile, ma, facendo parte del corpus normativo "italiano", da questa norma specifica si può desumere (un giurista direbbe "sussumere") un principio generale di diritto che può essere applicato anche in ambiti non specificatamente regolamentati (quella che il giurista di prima chiamerebbe "fictio juris")

quindi, il rispetto della legge (e dei principi ad essa sottesi) non passa solo attraverso l'ottuso rispetto delle regole scritte (anche perché in italia sono tali e tante, e spesso contraddittorie, che diventa complicato starci dietro), ma, soprattutto, attraverso il rispetto dei principi di diritto (e quindi di legalità) sottesi alla norma esplicitata nella lettera della legge (la cosiddetta "ratio legis")

ebbene, i codici penali italiani (quello di diritto sostanziale e quello di diritto processuale), nonché la legge penitenziaria e qualche altra norma, prevede dei benefici per i detenuti (quindi per gente privata della propria libertà perché si è macchiata di un crimine) che hanno tenuto un certo tipo di comportamento che dimostra il loro ravvedimento.

e non è che questa strada (per l'ottenimento dei benefici) sia in discesa, tutt'altro: basta leggere l'articolo che ho linkato all'inizio dell'articolo per capire quante verifiche debbano essere superate da parte del detenuto per poter ottenere tali benefici.

però, se io so che, dopo aver commesso un crimine, ed essere stato condannato, in carcere tengo un comportamento che alcune norme individuano come "redentorio", so anche che dopo un tot (in questo caso parliamo di 26 anni!) potrò riottenere la mia libertà, e questo è il fondamento dello stato di diritto: ci sono delle norme che stabiliscono una cosa io le rispetto, ottengo quella cosa; e tanto più è valido questo ragionamento, quanto più tali norme vengano applicate a tutti quei soggetti che (per nascita, cittadinanza, residenza, domicilio o altro) sono sottoposti all'ordinamento.

quindi, il problema non è che fioravanti abbia riottenuto la libertà (se non vi piace questa cosa, mettete su un movimento per proporre una legge di iniziativa popolare e proponete un disegno di legge che modifichi lo stato delle cose), anche perché non ci scordiamo che la permanenza in carcere dovrebbe essere un momento di riabilitazione e di reinserimento nella società, non un elisione del soggetto dalla società stessa, per cui dovrebbe restare rinchiuso in cella a fare la polvere (il classico "chiudere dentro e gettare la chiave")

il dramma è che non si sa chi furono i mandanti di quella strage, chi furono gli organizzatori, e, a dirla tutta, non si sa bene se gli esecutori materiali sono quelli che sono stati condannati e hanno scontato (o stanno scontando la pena), il dramma è che viviamo in un paese in cui l' "uguale per tutti" è un concetto molto relativo, e al giorno d'oggi la legge per alcuni è più uguale che per altri.

perciò, delle tante cose per cui scandalizzarsi al giorno d'oggi in questa italietta piccolo borghese da film di sordi/totò/etc. anni '50 ritengo che la riacquistata libertà di fioravanti sia solo uno spiraglio di legalità che dovremmo tenerci stretto...

hasta luego

2 commenti:

  1. Leggendo la notizia avevo pensato più o meno le stesse cose che scrivi... il fatto è che, in Italia, a godere dei benefici per buona condotta son solo alcuni soggetti. Guarda caso NON i migliori...
    Penso alla notizia del carcere inflitto per aver rubato un pacchetto di biscotti, penso ai vari Sofri che restano in carcere non solo ingiustamente, ma in barba alla loro salute e alla loro condotta, ecc.
    Ma questo è solo un altro segno che, come dici tu: il dramma è che viviamo in un paese in cui l' "uguale per tutti" è un concetto molto relativo, e al giorno d'oggi la legge per alcuni è più uguale che per altri.

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  2. Questo spunto di riflessione si collega direttamente a quello che è diventata la ferita aperta di questo nostro paese: la mancanza di un senso di legalità condiviso.
    Mancanza che percepiamo ogni giorno, che è diffusa e legittimata ad ogni livello.

    Siamo pronti a scandalizzarci per un uomo che ha sbagliato e pagato il proprio debito con la giustizia e allo stesso tempo felici di farci governare da qualcuno che con la giustizia di debiti ne ha accumulati tanti, ma a pagarli non ci pensa proprio.. anzi, laddove potrebbe rischiare qualcosa, cambia a suo piacimento le leggi dello stato e pian piano il senso stesso della nostra costituzione.

    Se non fosse del tutto vero, sarebbe assolutamente ridicolo!

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